Un lampo di luce bianca e Anne si trovò di nuovo nel presente.

<<Ben tornata>> le disse Elena.

<<Fai una pausa e mangia qualcosa>>le suggerì Lyanne.

<<Ok, prima però vado in bagno>> disse Anne mentre saliva le scale della cantina.

Si diresse al piano superiore e quando fu nel disimpegno aprì la porta alla sua destra, che dava su una stanza vuota, non molto piccola, probabilmente utilizzata in precedenza come ripostiglio nella quale era stato adibito un bagno chimico.

Quando tornò di sotto si diresse verso gli armadietti, prese qualche panino e un po’ di acqua e poi si sedette al tavolo. Poco dopo si unirono a lei anche gli altri.

Lyanne esordì dicendo: << Anne, avevi ragione: quello che abbiamo in mano ha tutt’altro valore. Dobbiamo rimettere in discussione tutti i ricordi dei i nostri predecessori di cui siamo in possesso: se questi ricordi sono stati modificati, molto probabilmente lo sono anche tutti gli altri>>

<<Ma a che scopo nascondere l’unione di due assassini? Di cosa avevano paura? Cosa dovremmo sapere?>> chiese Richard.

<<Dobbiamo scoprirlo, perchè se i Templari hanno fatto tutto questo lavoro per nasconderlo vuol dire che si tratta di qualcosa che ci potrebbe davvero avvantaggiare>> affermò Lyanne, che poi continuò dicendo: <<Abbiamo trovato il saggio: è l’uomo contro cui ha sbattuto Corinne>>

<<Ottimo, allora è tempo di continuare le ricerche>> concluse Anne.

<<Non così in fretta, sei stata dentro parecchio tempo. Ti devi riposare>> la fermò Lyanne. <<Va’ a stenderti un po’. Io intanto devo comunicare quello che abbiamo scoperto>>

Detto questo si mise al computer, mentre i ragazzi rimasero a tavola a parlare.

<<Che cosa dovremmo cercare?>> domandò Richard.

<<Semmai chi: sicuramente ha a che fare con il figlio di Aveline>> affermò Elena

<<Questo si, ma si tratta di qualcosa che ha trovato nella sua vita?>> replicò lui.

<<No, secondo me c’è dell’altro, ma per ora possiamo solo fare supposizioni>> concluse Anne, alzandosi per andare a letto.

Si svegliò qualche ora dopo e venne salutata da Lyanne <<Buonasera. Riposata? Ti comunico che il consiglio è in attesa di nuove informazioni riguardo l’unione dei due assassini, quindi la nostra ricerca non si ferma più alla scoperta del luogo di sepoltura del Saggio, ma continuerà fino a che non avremo altri dati sul nascituro>>

<<C’è ancora parecchio lavoro da fare quindi…>> rispose Anne.

<<Esatto, quindi mangia qualcosa e appena sei pronta torna dentro>> concluse Lyanne.

Anne fece come le era stato detto, così poco dopo tornò a vestire i panni della sua antenata.

Aveline era tornata nella cantina di Corinne e stavano discutendo di come attaccarli in base alle informazioni che avevano.

<<L’idea va bene. In questo modo ci saranno molti meno problemi e molte meno guardie. Quello che serve adesso è una perlustrazione del luogo>> disse Connor. Iniziarono quindi a parlare di come si sarebbero potuti infiltrare; scartarono varie opzioni, fino a che Patience non propose: <<E se una di noi sostituisse la donna delle pulizie?>>

<<E come facciamo a convincerla a farci andare al posto suo?>> chise Aveline.

<<Ora che ci penso, io quella donna la conosco: è la signora Thompson, era una cliente di mio padre>> intervenne Corinne. <<Posso provare a parlarle per vedere se riesco a convincerla a prendersi un giorno di riposo, che data la sua età probabilmente sente molto di più la fatica, domattina presto vado a parlarle>>

<<Va bene. Vedi se in qualche modo riesci a convincerla>> Disse Connor. <<A questo punto resta da stabilire chi andrà in perlustrazione>> osservò Corinne.

<<Beh possiamo andare io e Patience: io sarò la domestica in modo da osservare l’ambiente interno, mentre Patience può osservare l’esterno. Una ragazza vestita con abiti poveri che gira attorno ad un bordello è sicuramente meno sospetta di un uomo…>> propose Aveline. <<Non se ne parla: andremo io e te. Non voglio che tu te ne vada da sola in un posto simile. Patience non sarebbe in grado di difenderti in caso di necessità>> Intervenne bruscamente Connor. Aveline si trattenne: voleva evitare di fare scenate poiché era stanca e non aveva voglia di discutere davanti alle ragazze. <<…Va bene…facciamo come dici tu…>> Tagliò corto Aveline.

<<Bene. Adesso andiamo a dormire: ci aspetta una giornata impegnativa>> Concluse Connor, voltandosi ed avviandosi verso la sua stanza. Tutti si congedarono ed andarono a riposarsi. Una volta sotto le coperte, Aveline ripensò a quello che si erano detti: provò un senso di amarezza misto a rabbia riflettendo sul modo di fare di Connor. Ormai erano mesi che la loro storia era finita, ma lui sembrava serbare ancora rancore nei suoi confronti. Decise quindi che lo avrebbe affrontato l’indomani, per cercare di chiarire la loro situazione. Mentre meditava su queste cose avvertì un movimento nel grembo: sentì per la prima volta il suo bambino muoversi. Venne come risvegliata da una routine in cui era rimasta immersa per tutte le settimane precedenti. Se non per i dolori alla schiena, le nausee mattutine e la stanchezza, si era quasi dimenticata di essere incinta, per via di tutti i problemi che aveva dovuto affrontare.

Il cuore le batteva forte per la gioia: appoggiò una mano sulla pancia nella speranza di sentire un altro movimento, ma il bambino non si mosse. Si sentiva davvero felice, poiché questa era l’unica cosa bella che le era rimasta nella vita. Tuttavia non potè fare a meno di pensare a quanto le sarebbe piaciuto condividere un momento simile con Connor. Pian piano si addormentò pensando a queste cose, ed immaginando la vita che avevano sognato insieme.

Il giorno seguente Si alzarono tutti presto, come avevano stabilito il giorno prima. Aveline scese in cantina insieme a Corinne e vide che Connor e Patience erano già svegli e pronti.

<<Buongiorno. Scusate il ritardo, purtroppo non ho dormito bene ed ho fatto fatica a svegliarmi>> Cercò di giustificarsi Aveline.

<<Forza, sbrighiamoci, o rischiamo di arrivare troppo tardi. Ci aspetta un bel pezzo di strada a piedi>> Disse Connor senza guardarla. Aveline rimase infastidita ancora una volta da quell’atteggiamento scostante.

<<Fate attenzione. Io rimarrò qui con Corinne>> Disse Patience mentre Aveline e Connor uscivano.

<<Tranquilla. Ci vediamo più tardi>> Rispose Aveline per tranquillizzarle. Connor non parlò ed uscì per primo dalla cantina; Aveline lo seguì e una volta fuori dalla casa si diressero verso la strada da percorrere.