Era quasi l’alba quando Aveline si svegliò di colpo sentendo dei rumori provenire dall’esterno.
Si alzò e si concentrò per ascoltare con attenzione: intuì cosa, o meglio chi, potesse essere e si diresse quindi verso la cantina. Appena scese le scale vide dall’altra parte della stanza Connor che scendeva la scala e dietro di lui Patience.
Mentre si avvicinavano a lei, Aveline si rese conto che l’atmosfera era molto tesa.
Aveline esordì domandando: <<Allora come è andata?>>
Connor le lanciò un’occhiataccia e rimase in silenzio. Fu Patience a rispondere:
<<È andata bene. Siamo riusciti a recuperare molte informazioni sul generale e…>>
<<E poi ti sei fatta scoprire>> la interruppe Connor.
Patience si zittì e guardò a terra, mentre lui si voltò per guardarla: <<Non hai fatto come ti ho detto. Non hai avuto pazienza! Ci hanno scoperti e ne siamo usciti per miracolo. Adesso siamo ricercati!>>
Tutti rimasero in silenzio per alcuni istanti, poi Aveline disse: <<Vedremo come occuparci di questa situazione, intanto cosa avete scoperto?>>
<<Come pensavamo, c’è un legame tra la tratta di schiavi e l’aumento delle tasse: c’è un effettivo accordo tra il generale e il “Capitano”, ma non solo questo. Sfogliando le carte ci siamo accorti che il guadagno che ne esce in buona parte viene spedito da qualche parte nella zona a nord della baia, dove evidentemente viene utilizzato per ampliare sempre di più l’area occupata. Da quello che abbiamo visto non vengono inviati solo soldi ma anche schiavi ed altri uomini pagati, con il denaro derivante da questo commercio>> Spiegò Connor mentre si toglieva le armi e le cinture.
<<Quindi dovremmo andare direttamente là per vedere cosa c’è>> Concluse Aveline.
<<Secondo me no>> Intervenne Corinne, che si era appena unita a loro: <<L’area occupata è veramente vasta. Secondo me fareste meglio ad infiltrarvi in un convoglio per vedere dove va>>
<<Non servirebbe, perchè i viaggi che vengono fatti vanno in vari punti diversi: sarebbe veramente difficile riuscire a capire effettivamente chi muove le fila>> Replicò Connor.
<<Beh potremmo eliminare questi due soggetti in modo da troncare l’afflusso di soldi e uomini. Così obbligheremo chiunque ci sia dietro ad uscire allo scoperto>> Disse Aveline.
<<Potrebbe funzionare, ma siamo bloccati qui perchè la signorina ha mandato tutto a monte>> Concluse Connor indicando Patience con la mano.
Rimasero tutti in silenzio a pensare ad una possibile soluzione. Poi Patience propose: <<E se cambiassimo abiti? Corinne ci potrebbe aiutare in questo permettendoci di mimetizzarci tra la gente. A te che indossavi il cappuccio sicuramente non hanno avuto modo di guardarti in volto>>
<<Come avrebbero potuto non vedermi?! Ho dovuto affrontarli per permetterci di uscire!>>
<<Vero… ma gli unici che erano abbastanza vicini da vederti in volto li hai uccisi, per il resto possono riconoscere il tuo abito. Quindi secondo me basterebbe vestirti in modo diverso e potresti comunque riuscire a passare inosservato…>>
Connor ci pensò un po’, poi disse: << Ok, potrebbe funzionare. E comunque se ci vogliamo avvicinare abbastanza non vedo altre soluzioni>>
<<Ottimo>> disse Corinne <<Allora fammi andare a prendere alcuni abiti che erano di mio padre: dovrebbero andarti bene. Per nasconderti il volto posso prendere un cappello oppure possiamo arrangiare un cappuccio con della stoffa che ho di sopra>>
<<Vada per il cappuccio>> Concluse Connor secco.
<<Ok vado a recuperare il necessario>> Disse Corinne salendo le scale.
Dopo che fu uscita Aveline disse: <<Bene, adesso che abbiamo una soluzione per passare inosservati, parliamo dei bersagli: da dove iniziamo?>>
Discussero su come colpire gli obiettivi, facendo sì che oltre ad eliminarli entrambi, riuscissero a ridurre al minimo il rischio di essere scoperti.
Decisero che avrebbero atteso l’arrivo della nave e nell’attesa sarebbero andati in cerca di informazioni riguardo le abitudini del “Capitano”, in modo da organizzare un attacco più furtivo, optando anche per la possibilità di colpirli entrambi.
Aveline e Corinne si sarebbero occupate della raccolta di informazioni, mentre Connor avrebbe preparato Patience per un possibile intervento nell’operazione. Quando furono tutti d’accordo andarono a dormire.
La mattina seguente Aveline e Corinne, come stabilito, si alzarono di buon mattino ed uscirono in direzione del porto.
<<Da dove cominciamo?>> chiese Corinne.
<<Io direi di iniziare dai locandieri vicino al porto. Quasi sicuramente qualcuno avrà visto o sentito qualcosa>> propose Aveline.
<<Ok, nell’area del porto ci sono due locande da cui iniziare>>
<<Ottimo, andiamo>>
Si diressero quindi verso il porto e quando furono sul posto entrarono in una locanda che si affacciava direttamente sul molo: l’ambiente interno era sporco e c’era odore di muffa, alcool e sudore. Quell’insieme di cattivi odori fece venire la nausea ad Aveline: <<Ugh… oddio! Che odore tremendo…>> disse, cercando di non vomitare.
<<Lo so, è il posto peggiore di tutta la città…>>
<<Bleah… andiamo. Facciamo presto: voglio uscire di qui il prima possibile>>
Si diressero verso il bancone dove trovarono un uomo di grossa stazza, calvo e con una folta barba nera. Quando quest’ultimo vide le ragazze gli chiese: <<Cosa ci fanno due ragazze come voi quaggiù?>>
<<Abbiamo bisogno di informazioni>> Rispose Aveline, tagliando corto.
<<Ah… ragazze mie, le informazioni hanno un prezzo…>> Rispose l’uomo con un ghigno malizioso. Aveline estrasse alcune monete dalla tasca e le pose sul bancone: <<Ecco qua>>
<<Bene. Cosa volete sapere?>>
<<Cosa fa il cosiddetto “Capitano” quando attracca qui?>> chiese Aveline andando subito al sodo. Il locandiere sentendo quel soprannome si fece molto più serio: <<Chiedetemi altro. Non voglio saperne niente di quella nave>>
<<Ascoltami, ho bisogno di sapere il possibile su quest’uomo. Sono a conoscenza del problema che stanno creando qui. Siamo in grado di fermarlo, ma ho bisogno di più informazioni>>
<<Voi due da sole pensate di essere in grado di fermarli?>>
<<Non siamo sole, ma abbiamo bisogno di saperne di più>> rispose secca Aveline.
<<Bah… in ogni caso quando arriva, viene sempre qui con i suoi uomini. Poi, dopo qualche birra, va via con un paio di ragazze. Per quello che ho sentito le porta sulla sua nave e le lascia lì ad aspettarlo per qualche ora. Questo è tutto ciò che so>>
<<Non è molto, ma ce lo faremo bastare. Grazie>> disse Aveline allontanandosi dal bancone per poi dirigersi con Corinne verso l’uscita.
Quando furono fuori Corinne le chiese: <<Credi sia possibile che nel periodo in cui il “Capitano” lascia le ragazze sulla nave vada a incontrarsi con il Generale?>>
<<Molto probabilmente è così, ma dobbiamo avere più dettagli>>
Continuarono a girare per il porto, fermandosi a parlare con tutti quelli che potevano averlo visto, e scoprirono alcuni dettagli importanti: dopo che la nave attraccava, non veniva solo fatta richiesta di rifornirla di viveri, ma venivano anche caricati tutti gli schiavi che non erano stati venduti. In più scoprirono da alcuni marinai che il vero nome del “Capitano” era Sean Jones, ex-pirata che aveva lasciato la vita del fuorilegge per fare lo schiavista, e che nel periodo in cui rimaneva in città faceva tappa anche nel bordello del paese e in un grosso magazzino a i margini del porto.
Si recarono prima in questo luogo dove però non trovarono niente, solo un deposito vuoto.
Sulla strada del ritorno passarono per il mercato e si fermarono a parlare con alcune donne: una di queste, una donna di mezz’età, gli raccontò che si occupava della biancheria del bordello e disse che Jones si incontrava con Reltzer lì, perchè era abitudine del Generale andare in quel luogo tutti i giorni, più o meno sempre alla stessa ora.
Date le informazioni che avevano recuperato si diressero verso casa di Corinne; mentre camminavano Corinne urtò un uomo: <<Mi scusi! Stavamo parlando e non l’avevo vista>> esclamò Corinne per scusarsi. Lui, un uomo di mezza età, molto elegante e distinto, si rivolse a lei con gentilezza: <<Non ti preoccupare mia cara, non è successo niente>>
Per qualche istante il suo sguardo si incrociò con quello di Aveline, che si ricordò di averlo già incontrato quando era arrivata a Delisle la prima volta, e per qualche motivo si rese conto che lui la conosceva.
Tornarono a casa di Corinne e Aveline aveva la netta sensazione che non fossero più al sicuro.