Si rimisero quindi in cammino, dirigendosi verso il fiume.

Dopo una leggera discesa proseguirono seguendo il corso dell’acqua. Durante in tragitto videro vari animali che bevevano, come cervi e volpi.

Appena questi notavano la loro presenza, fuggivano spaventati.

Aveline non potè fare a meno di notare quanto quei luoghi fossero così belli e pieni di vita, rispetto alle zone paludose a cui era abituata.

Scorsero in lontananza la cascata, segno che erano ormai vicine al bivio, e quindi al villaggio.

<<Ci siamo quasi >> Disse Aveline.

<<Questi posti sono veramente belli; se ci fossimo messe in viaggio d’estate o in primavera lo sarebbero stati ancora di più…>> Brontolò Patience infreddolita.

L’inverno era vicino ma anche in autunno le temperature da quelle parti erano piuttosto basse.

Ormai a pochi metri dalla grande cascata, decisero di fare una breve sosta per riposare qualche minuto.

Superata una grossa pianta arbustiva raggiunsero un punto in cui la vegetazione e l’erba erano diradate, quasi a semicerchio.

Sulla sinistra si trovava una leggera salita e un grosso tronco caduto, che disteso raggiungeva l’acqua del fiume. Un po’ più avanti si ergeva la scarpata rocciosa, che sembrava quasi spaccarsi a metà nel punto in cui si trovava la cascata.

Aveline e Patience si sedettero vicino alla riva per bere e rinfrescarsi.

L’acqua era talmente cristallina che si vedeva benissimo il fondale popolato da bellissimi pesci, di varie dimensioni e colori.

<<Che meraviglia>> Sospirò Patience

<<Sì, è vero. Dalle mie parti non ci sono posti così belli e tranquilli>> Rispose Aveline.

All’improvviso udirono un fruscio provenire pianta arbustiva dietro di loro.

Si voltarono alzandosi di scatto e mettendosi sull’attenti.

<< Vado a vedere cos’è stato >> Disse Patience con decisione, facendo per incamminarsi verso il gigantesco cespuglio.

Aveline l’afferrò per un braccio.

<<Ma sei matta?! Dobbiamo allontanarci e salire in alto; solo così saremo al sicuro>>

Patience tirò via il braccio spazientita: <<Non sono una bambina! So badare a me stessa! Qualunque cosa sia posso affrontarla. Sta a vedere>>

<<Patience basta, Andiamocene!>>

Allora si voltò di scatto verso Aveline e le disse <<Lascia che ti mostri di cosa sono capace, Signora delle acrobazie!>>

Ma non fece in tempo a finire la frase che Aveline gridò

<<ATTENTA!>>

Un gigantesco orso era appena uscito da dietro l’arbusto e si stava alzando in piedi ruggendo per colpire Patience.

Aveline rimase immobile e si accorse troppo tardi che Patience era troppo vicina all’animale, e nel momento in cui l’orso violentemente la colpì, la simulazione andò in frantumi esplodendo nella mente di Anne, che si ritrovò nel Corridoio della memoria.

Con la mente completamente sconvolta cercò di respirare il più a fondo possibile nel tentativo di calmarsi e far cessare il dolore.

Lentamente si riprese e riuscì a sentire la voce di Elena: “Anne! Anne!”

<<Ti sento… Ti sento>> le rispose Anne con il fiato corto.

“Ok ora cerca di calmarti. Ti sei desincronizzata, hai lasciato che le tue emozioni prendessero il sopravvento”

<<Uff… non mi sarei mai aspettata di trovarmi davanti un orso enorme come quello all’improvviso>>

“Si certo, ti capisco, ma in tutto il ricordo ci possono essere altri casi simili, quindi cerca di controllarti e lasciar fare ad Aveline”

<<Ok, ci proverò>>

“Bene, allora appena sei pronta ti faccio rientrare”

<<Sto bene fammi rientrare>>

“Ok riavvio simulazione in 3… 2… 1…”

Anne venne accecata nuovamente da una fortissima luce, e qualche istante dopo si trovò di nuovo nella frontiera di fronte a quell’immenso orso, che si stava alzando per colpire Patience.

Questa volta però, nonostante il timore che le incuteva quell’animale, riuscì a rimanere in disparte, lasciando il controllo ad Aveline che, in un attimo spinse la sua compagna da un lato, ma non fece in tempo a scansarsi che l’orso la colpì al braccio destro strappandole la camicia e facendola cadere.

Gridò per il dolore: l’animale le aveva provocato dei grossi tagli che da sopra il gomito raggiungevano la spalla.

Stava perdendo molto sangue, e con la mano sinistra si coprì la ferita mentre tentava di allontanarsi scalciando.

L’orso era pronto ad avventarsi di nuovo su di lei, ma Patience gli lanciò un grosso sasso, e lo colpì sul collo vicino alla testa. L’animale rimase stordito per un secondo, poi si voltò verso Patience e ruggì con rabbia. Aveline approfittò della sua distrazione per estrarre la pistola e sparare un colpo nella sua direzione.

Il dolore era talmente forte che non riuscì a mirare bene.

Fortunatamente però il rumore dello sparo fu sufficiente a spaventare l’animale, che scappò verso il bosco.

Aveline si contorceva a terra dal dolore; la manica della camicia era completamente inzuppata di sangue. Patience corse verso la sua compagna e si gettò a terra per soccorrerla.

<<Aveline! Cazzo! Mi dispiace! Cosa ho fatto?!>> Si coprì il volto dalla disperazione.

Cercò di aiutarla prendendo la fascia che le legava i capelli e avvolgendola, forte attorno alla ferita per rallentare il sanguinamento.

Aveline gridò ancora.

<<Ti prego, resisti!>>

La aiutò a tirarsi su e disse

<<Fatti forza! Potrebbe tornare! Dobbiamo andarcene!>>

<<Aaargh! Non preoccuparti… posso farcela…>> gemette Aveline barcollando.

<<Sicura?>>

<<Si, Andiamo Presto!>>

Patience si mise il braccio sano di Aveline sulle spalle e cercò di sorreggerla per aiutarla a camminare.

Camminarono seguendo la parete rocciosa, e Patience cercava di stare attenta anche ad ogni piccolo rumore che potesse rivelare la presenza di un possibile pericolo.

Qualche minuto dopo raggiunsero un punto dove la parete rocciosa era più bassa, e lì trovarono un sentiero che saliva sopra di essa.

<<Aveline! Abbiamo ritrovato il sentiero>>

<<Dai… dobbiamo salire…>> gemette.

Aveline aveva già perso molto sangue e non fu facile per lei superare quella salita.

Arrivate sopra la parete rocciosa si trovarono su di un sentiero pianeggiante che portava ad un villaggio non molto distante.

<<Guarda! Ci siamo! Non manca molto>>

Aveline ad ogni passo si sentiva sempre più debole.

E ad un tratto la vista di Anne si oscurò completamente.